Quei piccoli martiri di Gorla

Quei piccoli martiri di Gorla

Dall’ottobre 1942 all’ottobre 1944 parte di Milano è ridotta ad uno scheletro annerito per i bombardamenti subiti dagli alleati anglo-americani e si contano oltre 1600 vittime. Particolarmente intensi quelli dell’agosto 1943, che danneggiano numerosi quartieri oltre al Duomo, la Galleria, la Scala, la Rinascente, il Castello, Santa Maria delle Grazie e il Corriere della Sera. Nella sola notte del 13 vengono sganciate 12.800 bombe, molte delle quali incendiarie. L’ultima (e inutile) strage è datata 20 ottobre 1944 con la devastazione della scuola di Gorla, in cui periscono 184 bambini e 20 loro insegnanti.

Le tragiche notizie arrivano anche ai nostri soldati al fronte o prigionieri e internati di guerra chiedono conferme alla famiglia. È infatti una “strage degli innocenti” tutta ambrosiana quella che si abbatte alle 11,29 del 20 ottobre 1944, sulla scuola elementare “Francesco Crispi” di Gorla. Quella mattina, come ogni giorno, c’è il bacio delle mamme, il fiocco rosa oppure azzurro accomodato sul grembiule e la cartella con la colazione. Magari soltanto un uovo sodo e una mela, come le miserie del tempo di guerra consentono. Poi i bimbi si dirigono verso le loro aule, come in una qualsiasi mattina dell’anno scolastico.

Il cielo è terso e, dopo l’obbiettivo che vede colpire la Breda, i B24 “Liberator” (ironia del nome) del 451° Bomb Storm partito dalla Puglia, per risparmiare carburante sganciano il carico di bombe in eccesso sulla periferia della città anziché, come dovrebbero, nelle campagne. Guardando verso l’alto, ad alcuni bimbi che hanno “bigiato” e stanno giocando a pallone in un campo oltre la Martesana, sembra che il riflesso del sole riveli tanti foglietti di carta argentata che volteggiando nell’aria. Ma non è carta argentata. Sono bombe. E dopo pochi istanti la scuola si affloscia su sé stessa vomitando colonne di polvere, fiamme, fumo, e corpi smembrati. Sotto le macerie rimangono i resti di 184 scolari e 20 insegnanti. Il piccolo Ambrogio Sironi non vuole andare a lezione e si nasconde nel carro dei trasporti di papà. Ma, avvisato da un passante, il genitore lo scopre e lo accompagna fino in classe. Non ne uscirà più. Aldo Rumi, 8 anni, è già in salvo grazie alla sirena dell’allarme. Accortosi però che la sorellina di 6 anni si trova ancora a scuola, vi torna di corsa per condurla a casa, al sicuro. Li troveranno entrambi sotto un muro crollato, mano nella mano. Graziella Ghisalberti, Marialuisa Rumi, Giancarlo Novara e Giovanni Smidili si salveranno e negli anni successivi daranno origine al Comitato dei Piccoli Martiri di Gorla. Essendo stata causata dagli anglo-americani, per molti anni la tragedia fu rimossa dalla memoria storica della città.

Daniele Carozzi