Le guerre Economiche

Il 30 ottobre si è svolto il quarto incontro sulle “Guerre economiche”, con l’analisi di alcuni aspetti monetari

che stanno assumendo grande rilevanza geopolitica.

Intervista ai Relatori di Brianza Channel

Dopo l’introduzione del prof. Giorgio Galli e un breve riassunto dei precedenti incontri culturali sulle Guerre economiche, a cura del dott. Daniele V. Comero, l’ing. Fabrizio Gonni ha introdotto il tema della serata con una premessa sulla situazione monetaria attuale in Eurozona e nel mondo.
Il governatore uscente della BCE, Draghi , prima della scadenza del suo mandato ha disposto un abbassamento dei tassi sull’Euro allo 0% e un tasso negativo overnight del – 0,4% , oltre a un Quantitative Easing permanente di quasi 20 miliardi € al mese per l’acquisto di Titoli di Stato dei Paesi Eurozona.
Il successore di Draghi, Cristine Lagarde, ha dichiarato che “la moneta appartiene al Popolo e serve al Popolo“. Lagarde ha inoltre affermato che la politica dei tassi a zero durerà molti anni, sperando che serva per fare riprendere l’economia.

Contemporaneamente gli USA vedono una forte crisi del mercato REPO, cioè i Pronti contro Termine , relativo ai prestiti a termine di liquidità fra le Banche americane. I tassi dei Pronti/Termine erano saliti al 10% , segno che o manca liquidità in Dollari o che le Banche non si fidano fra di loro. La Federal Reserve è intervenuta immettendo liquidità per 20-30miliardi $ al mese con un programma permanente, senza termine in vista.

Questi due eventi contemporanei hanno fatto ipotizzare a molti commentatori economici un probabile futura apertura ai principi della Teoria Monetaria Moderna ( MMT ). Viene inoltre analizzata la attuale modalità di finanziamento degli Stati, che oggi è basata solo sulla emissione di Titoli di Debito, visto che oggi la moneta cartacea fiat non ha alcun sottostante di riferimento, come poteva essere l’oro, fino al 1972, anno in cui finì il sistema monetario Gold Exchange Standard.
Il Finanziamento di uno Stato oggi – e da molti anni – avviene principalmente con una triangolazione: il Tesoro emette in asta Titoli di Debito con un interesse , le Grandi Banche Private li acquistano , e consegnano allo Stato nuova moneta , creata dal nulla e basata solo sulla promessa di rimborso dello Stato , che si presume sia sempre un Ente solvente .

Fanno eccezione i Paesi con bilancia export – import in attivo , come la Germania: in questo caso il nuovo denaro viene fornito dalle terze economie ,importatrici dei prodotti; pertanto lo Stato ha poca necessità di ricorrere al Debito per finanziarsi.
E’ un processo molto simile a quello del cittadino che chiede un mutuo fondiario: si impegna con un contratto a rendere capitale e interessi a fronte della concessione di nuova moneta; lo stesso per una azienda che chiede un prestito: presenta un piano economico e un piano di rientro del capitale con interessi. In ogni caso , le Banche Private Commerciali sono autorizzate a creare nuovo denaro dal nulla, a fronte dei contratti di rimborso.

Spread
Come noto, i Trattati di Maastricht vietano alla BCE e alle altre Banche Centrali dell’Eurozona di acquistare Titoli degli Stati in asta primaria, dove operano solo grandi Banche Internazionali Private. Possono acquistarli solo dopo, dalle stesse Banche Private. Questo spiega la differenza dei tassi di interesse sui Titoli dei vari Paesi, nota col termine di “spread”; infatti le Banche Private impongono interessi diversi sulla base del parametro del “Country Risk”.
Questa situazione deriva da una visione economica ultra liberista , che ritiene che lo Stato sia allo stesso livello del cittadino che chiede un mutuo, se il cittadino è affidabile paga interesse minore, se meno affidabile, paga interesse maggiore.

MMT
La Teoria Monetaria Moderna ( MMT ) concepita vari anni fa dall’economista Warren Mosler e seguita da altri economisti teorici come Randall Wray e Alain Parguez è un mix tra Sovranismo dello Stato, un modello di sviluppo ultra Keynesiano e un modello di welfare sociale, che tende alla piena occupazione.
Afferma che lo Stato è proprietario ed emettitore della sua Moneta ; pertanto sulla base del suo budget , emette direttamente la quantità di Moneta ( Quantity of Money ) che gli serve per investimenti e spese di welfare, senza passare dalle Banche Private e pagare interessi. Come può evitare la perdita di valore del Denaro nella economia e Società ? Con la politica fiscale : come esempio emette 1000 e ne recupera 800 con la tassazione. La Moneta diventa quindi Moneta di Credito Fiscale e , con il rimborso delle tasse, l’emissione si annulla.

Il Deficit, nell’esempio, resta solo di 200: dove vanno ? Magari in investimenti dello Stato (strade, infrastrutture che facilitano lo sviluppo economico negli anni futuri) o in welfare di piena occupazione (che facilita non solo le spese ma anche gli investimenti dei privati).

Altri economisti di diverse scuole classiche ( austriaca, etc ) ipotizzano che la Quantity of Money sia fautrice di inflazione, come successe con la Repubblica di Weimar un secolo fa.
Altri economisti americani ( Martin Armstrong ) invece contestano tale concetto e ritengono che l’inflazione sia solo basata su domanda e offerta di beni; se vi è poca offerta e tanta domanda, i prezzi salgono e viceversa. In effetti, nel mondo globalizzato di oggi – Europa, USA, Cina, India , Brics , etc – vi è una capacità produttiva estremamente elevata e infatti l’inflazione è minima in tutto il mondo industrializzato.

Inoltre lo Stato ha altri strumenti per controllare l’inflazione: il tasso emesso dalla Banca Centrale, che agisce sugli utilizzatori del denaro; inoltre i Titoli di Stato, emessi con buon interesse , drenano la liquidità dei cittadini e diventano un prodotto di risparmio per gli stessi. Pertanto perdono il significato di strumento necessario per ottenere nuovi soldi dalle Banche, ma diventano equiparabili alle Obbligazioni emesse da Aziende e Enti , come era prima del 1971, nel mondo del Gold Exchange Standard.

Ovviamente tale Teoria distrugge la redditività delle Banche Private, che guadagnano interessi sui Titoli di Stato acquistati all’emissione; teniamo conto che fin dal 1800, nei periodi di pace, i rendimenti più sicuri erano i Titoli di Stato, che venivano considerati sempre solventi, soprattutto se i Governi attuavano politiche di austerity, che mantenevano la stabilità nel tempo del valore della moneta.

Oggi, con i tassi bassi della BCE, i Titoli rendono poco o niente o hanno rendimenti negativi.

Questo spinge le Banche, per poter guadagnare, ad investire in prodotti ad alto rendimento, molto rischiosi, come furono i prodotti sui Mutui ( Mortgage Backed Securities ) che crollarono nel 2007 -2008, e come oggi sono i Derivati (Derivatives) che rendono ma hanno un forte livello di rischio e non sono liquidabili facilmente.

 

 

 

 

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