La piccola RIFORMA Costituzionale di Riduzione dei Parlamentari – Il nuovo Cavallo di Troia
Nel Salotto ISPIG di lunedì 17 febbraio si è potuto finalmente esaminare con obiettività ed occhio critico la piccola, di soli 4 articoli, RIFORMA Costituzionale di Riduzione dei Parlamentari approvata ad ottobre 2019, che saremo chiamati ad esprimerci con il Referendum confermativo del 29 marzo 2020.
Il fatto che la legge costituzionale sotto esame sia composta di soli quattro articoli ha consentito di chiudere i lavori nel tempo ordinario di durata dell’incontro, nel senso che sono emersi così tanti problemi e situazioni critiche da lasciare esterrefatti sia i presenti che i Relatori:
prof. Giorgio Galli, presidente ISPIG
La riduzione dei parlamentari: il testo di legge di riforma costituzionale e la legge elettorale
dott. Daniele V. Comero, analista politico
Le argomentazioni dei proponenti della legge di Riduzione dei parlamentari
dott. Alessandro Da Rold, redattore del quotidiano La Verità
Osservazioni sulla costituzionalità del testo di legge soggetto a referendum
avv. Felice C. Besostri, costituzionalista
Si è potuto comporre un quadro giuridico e politico abbastanza nitido sul reale impatto sul nostro sistema istituzionale e costituzionale della piccola Riforma proposta con tanta insistenza dai principali media nazionali.
L’immagine che si è formata nel corso dei lavori è quella di un Trojan, un “Nuovo Cavallo di Troia”.
Se si consulta la definizione di Trojan da Wiki si può capire meglio il senso della riforma:
L’attribuzione del termine “cavallo di Troia” ad un programma (o file eseguibile) è dovuta al fatto che esso nasconde il suo vero fine. È proprio il celare le sue reali “intenzioni” che lo rende un trojan. In questo modo l’utente inconsapevolmente è indotto ad eseguire il programma.
In questo modo, come i troiani fecero entrare in città gli achei celati nel mitico cavallo di legno progettato da Ulisse, così la vittima è indotta a far entrare il programma nel computer.
Spesso il trojan viene installato dallo stesso attaccante, quando prende il controllo del sistema, acquisendone i privilegi amministrativi. In questo caso il trojan serve a “mantenere lo stato di hacking”, cioè a mantenere il controllo remoto del computer, senza che il legittimo proprietario si accorga che alcuni programmi nascondono altre funzioni, per esempio di intercettazione di password o altri dati sensibili.
In pratica, con la scusa di ridurre di poche decina di milioni di euro le spese per la politica, il nostro sistema Parlamentare verrà rigirato e controllato da “pochi”.
Rispetto alla rigettata Riforma Costituzionale di Renzi del 2016, costata moltissimo ai contribuenti italiani e poco al proponente, che si è solo eclissato per qualche mese, questa si presenta con una faccia benevola e apparentemente innocua:
- è composta di quattro articoli e non di 41 corposi articoli;
- il fine dichiarato, del risparmio, è condiviso dalla stragrande maggioranza delle persone;
- è un testo trasversale, sostenuto da M5S, Lega, PD e Forza Italia;
- nessuna pensa che dopo quattro letture tra Camera e Senato ci possano essere errori e/o inganni.
Invece, purtroppo, si è dovuto constatare che non è così. Pur avendo un’idea di partenza non ostile alla Riforma in discussione.
L’inganno sovente si cela in piccoli dettagli, per disvelarsi a pieno quando non può più essere neutralizzato.